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sembro essere rimasto l'unico a non aver capito che io sono io. anni fa mi rimproveravo la stessa cose, le stesse cose. il fatto di non essere in grado di pensare alla mia vita indipendentemente dalla presenza o dall'assenza di qualcun altro che le dia un senso compiuto. sì, principalmente intendo una presenza amorosa ma il discorso può essere esteso ad altre sfere, quella amicale, quella del pubblico a cui far ascoltare/guardare quello che faccio. ma certo. che senso ha una vita in cui non contano gli altri, con le loro opinioni, la loro approvazione, il loro amore, l'affetto, la compagnia. si può essere euforici in solitudine? innamorati? e senza queste cose, cosa siamo? in solitudine si può essere sazi, si può essere malati. si può essere ubriachi e avere sonno, essere insonni. in solitudine non si può essere compresi. non si può essere ascoltati e non si può ascoltare. non si può provare la gioia di essere scoperti, di essere trovati, pescati nel buio. in solitudine

Calzini

Quante paia di calzini bisogna avere nell'armadio per vivere un'esistenza felice?

Cortocircuito

Credo che ordinerò su Amazon Equilibrium points in n-person games , non potendo ordinare un croissant e un pain au chocolat. Il dilemma, che in questo caso non coinvolge che me stesso, è il seguente, scomposto in fattori primi: - ho voglia di una colazione dolce - ho solo cose salate in casa - potrei scendere in boulangerie - non ho soldi contanti - la boulangerie non prende la carta per gli importi inferiori a tot € - il costo di ciò di cui ho voglia per la mia colazione è inferiore a tot € - potrei allungarmi a prendere qualcosa di dolce al supermercato - o a ritirare soldi al bancomat - il supermercato e il bancomat non sono abbastanza vicini a casa da permettermi di uscire nelle condizioni estetiche in cui sono - potrei farmi una doccia e migliorare il mio aspetto - avevo deciso che oggi mi sarei rasato a zero - non ha senso farsi la doccia prima di rasarsi a zero - rasarsi a zero è un'operazione che richiede svariati minuti, forse un'ora - no
per esempio questa idea qua. il compositore fa sentire un'aria alla cantante. la cantante storce il naso, non le piace. alla fine lei si convince comunque a interpretarla, d'altronde il concerto avrà luogo a breve, il repertorio è scarno e qualcosa bisogna pur presentare. il testo della controversa canzone racconta una scena notturna, fuori dal tempo. protagonista è un poeta, cui in sogno, una notte, appaiono vari animali, un gufo, un lupo, un gatto, una lucertola e una cicala. tutti domi e silenziosi. lui li guarda negli occhi uno a uno, e sguardo dopo sguardo perde un po' della sua vista, fino a diventare completamente cieco. a quel punto nel sogno appare Era, dea del matrimonio e della fedeltà coniugale secondo la mitologia greca. il poeta, ormai cieco, non può vederla, ma dal testo apprendiamo che ella, ad occhi socchiusi, in preda ad un sonno quasi irresistibile, è intenta a ricoprire d'una sottile lamina d'oro un grande gettone di stagno, cogliendo il prezio
incontravo Battiato e gli chiedevo se avesse studiato con Stockhausen a Darmstadt, mi rispondeva di sì, gli chiedevo poi se fosse per quello che in Patriots aveva detto "la musica contemporanea mi butta giù": l'esperienza da compositore sperimentale l'aveva messo in crisi. mi ripondeva di sì anche stavolta, un po' frettolosamente ma cordialmente e col sorriso sulle labbra. in un altro momento del sogno sentivo alcune sue musiche, molto sperimentali ma al tempo stesso già abbastanza vicine a quelle della "Voce del padrone". lo dicevo, non so a chi ma lo dicevo: queste musiche ricordano già la voce del padrone. altri sogni di stanotte, sempre sulla musica. stavo arrangiando alcuni brani con Cristina, al computer. a un certo punto mando uno stralcio di musica al contrario e lei mi fa, molto severamente: la musica al contrario la devi cancellare.

Le buatte non finiscono mai

a certa gente interessa la decostruzione, a certa altra pure, solo che la camuffa da linea dritta, e a ben vedere nessuno più dice cose che siano comprensibili attraverso i millenni. mi sembra importante quando i nostri codici saranno perduti, in modo così abissale da non poter più tradurre niente, ci saranno memorie a stato solido fossili che in tanti sapranno leggere senza far girare. dentro ci saranno mozart e sallustio, io e la stele di rosetta, siamo donne e mastro don gesualdo. e tra tutte queste cose due o tre saranno capite, e cioè la gomma da cancellare, il ruolo del morto a bridge e lo sciroppo di menta. gli sforzi anali di tanti artisti a noi contemporanei, per la gente futura si confonderanno con una natura spettrale, in cui i rifiuti atomici della nostra civiltà, sintetizzati da chissà quanti milioni di notti, saranno il terriccio di una nuova e rigogliosa vita dai colori inimmaginabili, che l'uomo di quel dì potrà mangiare e abitare, senza alcuna tensione ripro

Buatta di merda

ci vuole una gran faccia di culo per presentarsi su un blog un anno e mezzo dopo l'ultimo post e mettersi a scrivere qualcosa di nuovo. bisogna essere gente proprio che non rispetta le regole, proprio. gli argomenti, però, sono tanti e interessanti, credetemi. oggi è per me l'ultimo giorno di lavoro presso la buatta di merda che per lunghi anni, nonché in modo assai intermittente, mi ha dato un impiego alimentare, e presso la quale mai più potrò essere assunto, avendo raggiunto il limite legale di 18 mesi complessivi di contratto a tempo determinato. e per fortuna. già, perché se la mia situazione economico finanziaria non è delle più agevoli, posso ora di nuovo e forse definitivamente presentarmi alla ribalta del mondo. per chi non avesse avuto genio di seguire ultimamente le mie mirabolanti peripezie, basti sapere che sono tornato ovvero ho inziato a fare musica in modo costante.